Gli operatori sanitari si vaccinano e non si oppongono alle vaccinazioni
L'ipotesi
A sostegno delle tesi di chi rivendica l'inutilità o la dannosità delle vaccinazioni, viene talvolta portato come argomento la presunta non inclinazione della maggioranza dei sanitari (medici, infermieri ed altre figure di operatori) a vaccinarsi e/o a non vaccinare i propri figli1.
Si sostiene che questo atteggiamento sarebbe una prova della pericolosità delle vaccinazioni per il fatto di essere messo in atto dai soggetti che sono maggiormente al corrente della realtà dei fatti. In alternativa, è stato anche sostenuto che la maggior parte dei sanitari sconsiglia attivamente le vaccinazioni ai propri assistiti2.
Analisi delle evidenze disponibili
Per ciò che concerne il primo punto, non è ovviamente possibile affermare che tutti gli operatori sanitari siano a favore delle vaccinazioni e vi si sottopongano, dato che effettivamente esistono alcune associazioni di professionisti sanitari contrarie ed attivamente impegnate contro i vaccini1.
Se facciamo riferimento alla letteratura scientifica, tuttavia, gli studi disponibili sull'argomento non offrono spunti per poter sostenere che la maggioranza degli operatori sanitari sia contraria alle vaccinazioni e scelga di non sottoporvisi; al contrario, sembrano suggerire l'esistenza di una diffusa propensione degli operatori sanitari verso la pratica delle vaccinazioni. Questi studi riguardano in larga maggioranza la vaccinazione annuale contro l'influenza e quella contro l'H1N1, in quanto consigliate o richieste agli operatori sanitari dai sistemi sanitari o dagli ospedali datori di lavoro3,7 ma sono presenti, in misura molto minore anche articoli riguardanti altre vaccinazioni consigliate/richieste agli operatori sanitari dai datori di lavoro come ad esempio Epatite A, Epatite B, varicella8,10.
In generale, da questi studi emerge che i tassi di adesione alle vaccinazioni tra gli operatori sanitari, pur generalmente elevati, non raggiungono mai il 100% (3,5,6). Occorre però a questo proposito ricordare che le vaccinazioni consigliate o richieste agli operatori sanitari hanno -oltre ai normali obiettivi delle vaccinazioni- anche lo scopo non trascurabile di garantire la continuità assistenziale delle strutture sanitarie anche in periodi di particolare diffusività di alcune malattie trasmissibili e durante epidemie, limitando le assenze lavorative dei professionisti11,12; almeno in parte, dunque, i fenomeni osservabili tra gli operatori sanitari riguardo alle pratiche di vaccinazione -in un senso o nell'altro- devono essere interpretati tenendo conto di variabili e considerazioni specifiche e particolari, non riconducibili alle motivazioni che spingono i non sanitari a vaccinarsi o a non vaccinarsi. A questo proposito, alcuni autori hanno evidenziato che tra i fattori che incidono negativamente sui tassi di vaccinazione tra gli operatori sanitari vi è il loro convincimento di essere già immunizzati, a causa della lunga esposizione ai diversi antigeni o di avere comunque acquisito una competenza immunitaria maggiore della popolazione generale6,13; altri autori riportano invece come fattore di ostacolo una generica sfiducia degli operatori sanitari nei confronti dell'organizzazione del sistema sanitario da cui dipendono 3; altri ancora riferiscono tra le motivazioni date dagli operatori sanitari alla scelta di non vaccinarsi il desiderio di riservarsi la possibilità di assentarsi dal lavoro qualche giorno per malattia14. Si tratta, come è evidente, di motivazioni della non vaccinazione che non sono affatto riferibili a un presunto convincimento degli operatori sanitari sulla pericolosità/inutilità dei vaccini.
Vanno riportati comunque anche studi che descrivono tra i fattori che riducono l'adesione degli operatori sanitari alla vaccinazione la scarsità di informazioni disponibili sul vaccino e sull'agente contro cui esso viene somministrato; questo fenomeno ha riguardato in particolare l'H1N15,9,10,15
Nonostante tutto questo, numerosi studi riportano che tra le principali motivazioni addotte dagli operatori sanitari per la scelta di vaccinarsi c'è proprio il desiderio di proteggere i pazienti da loro assistiti5,16, un'attitudine che evidentemente non è compatibile con un presunto convincimento dell'inutilità dei vaccini.
Ad ogni modo, gli articoli che hanno confrontato le percentuali di adesione alle vaccinazioni degli operatori sanitari con quelle della popolazione generale suscettibile riportano che i tassi di vaccinazione degli operatori sanitari sono più alti o molto più alti di quelli della popolazione generale, anche nei sistemi sanitari nei quali le vaccinazioni degli operatori sanitari non sono obbligatorie4,8.
Questo dato da solo sembra sufficiente a non consentire di sostenere che tra gli operatori sanitari c'è una generale propensione a non vaccinarsi.
Non sono disponibili in letteratura studi che consentano di affermare che gli operatori sanitari abbiano una propensione a non praticare ai propri figli le vaccinazioni previste. Al contrario, esistono studi che dimostrano come il desiderio di proteggere i propri familiari e i propri figli è uno dei principali fattori favorenti la decisione degli operatori sanitari di vaccinarsi5,8,14.
Per quanto riguarda il 2° punto dell'ipotesi iniziale, non è possibile affermare che nessun operatore sanitario operi attivamente per convincere i propri pazienti a non vaccinarsi, data l'esistenza di associazioni di operatori sanitari nate con questo intendimento. Tuttavia la letteratura scientifica non offre alcuna evidenza che gli operatori sanitari che promuovono proattivamente il boicottaggio delle vaccinazioni siano più di una esigua minoranza.
Conclusioni
Gli studi disponibili dimostrano che gli operatori sanitari hanno tassi di vaccinazione più alti o molto più alti della popolazione generale suscettibile e che tra i fattori che maggiormente influiscono sulla decisione degli operatori sanitari di vaccinarsi vi è il desiderio di proteggere i propri assistiti. Le motivazioni che gli operatori sanitari adducono quando decidono di non vaccinarsi non sono riferibili a una presunta inefficacia o rischiosità delle vaccinazioni stesse ma ad altri fattori, solitamente connessi a problematiche dell'organizzazione dei sistemi sanitari. Non c'è nessuna evidenza a sostegno dell'ipotesi che gli operatori sanitari non facciano vaccinare i propri figli: al contrario, una delle motivazioni più frequentemente riportate dagli operatori sanitari che decidono di vaccinarsi è il desiderio di proteggere i propri familiari.
Non c'è nessuna evidenza che consenta di affermare che la maggioranza degli operatori sanitari sconsigliano le vaccinazioni ai propri assistiti.
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